Chiude la mostra "Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870"

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Domenica 19 giugno il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, chiude la mostra Con la luce di Roma, fotografie dal 1840 al 1870 nella collezione Marco Antonetto con la presentazione di un volume di storia della fotografia.

Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870.

La mostra, aperta 7 mesi fa, verte sulla fotografia delle origini, prendendo spunto dal ricco nucleo di immagini fotografiche antiche presenti nella collezione di Marco Antonetto, che a sua volta ben si inserisce nel contesto delle collezioni Vela. Queste ultime infatti comprendono ad oltre un migliaio tra lastre in vetro e stampe fotografiche, frutto dell'interesse di Vincenzo e Spartaco Vela per questa nuova tecnica.

L'esposizione si propone il compito di esemplificare lo sguardo che sulla città di Roma posero all'epoca quanti si interessarono ad essa e alla sua immagine per ragioni scientifiche e di studio, per passioni ed esigenze artistiche, per piacere e semplici curiosità mondane, o per motivi professionali e commerciali.

Pur non esaurendo tutta la storia della fotografia romana delle origini, la selezione ─ che rispecchia del resto le scelte e gli interessi del collezionista ─ offre ampiamente la possibilità di indagare e approfondire ulteriormente il carattere e le specificità della più antica attività fotografica a Roma, dalle prime prove al dagherrotipo, alla sperimentazione dei primi negativi su carta, fino alla nascita degli studi fotografici professionali e alla creazione dei repertori di immagini più diffusi e affermati nell'ambito del mercato internazionale delle immagini.

Come è stato già rilevato per altre importanti collezioni di fotografie romane, anche nella Collezione Antonetto è soprattutto la produzione «vedutistica» che viene messa a fuoco, come quella che ha caratterizzato la più precoce attività fotografica nella città e che, a differenza degli sviluppi che la fotografia ebbe in altre regioni italiane, in particolare nelle capitali degli stati preunitari più avanzati ─ come Torino e Milano ─, costituirà l'aspetto più tipico della fotografia romana anche nei decenni successivi. Questa produzione ─ erede diretta della precedente attività grafica e pittorica che, proprio a Roma, come a Venezia, con l'opera di Gaspar van Wittel, di Gian Battista Piranesi, di Giuseppe Vasi e vari altri, aveva trovato uno dei principali centri di affermazione e diffusione del genere della veduta ─ deve il suo sviluppo e il suo successo al ruolo primario che ebbe Roma quale città d'arte e di antichità e, fino alla fine dell'Ottocento, polo essenziale di riferimento culturale per l'aristocrazia e la nascente borghesia europea, nonché per intellettuali, eruditi, letterati e artisti di tutto il mondo occidentale.

Domenica 19 giugno, dalle ore 10.30, sarà l'ultimo giorno per visitare la mostra e, contemporaneamente, viene presentato il libro «Vivere d'immagini. Fotografi e fotografia a Genova 1839-1926» di Elisabetta Papone e Sergio Rebora (Scalpendi Editore). Si tratta di una vera e propria enciclopedia della storia della fotografia nel capoluogo ligure, con un repertorio di oltre 600 nominativi di fotografi, apparecchiature e materiali fotografici degli albori.

Lo stesso Sergio Rebora presenterà al Museo il volume da lui curato, alla presenza del collezionista Marco Antonetto, in un interessante confronto tra immagini coeve, quelle di Genova e di Roma, dove si intrecciano le diverse tecniche fotografiche delle origini.

La mostra «Con la luce di Roma» si chiude infine con un concerto degli allievi del corso pre-professionale del Conservatorio della Svizzera italiana.

MUSEO VINCENZO VELA
Via Lorenzo Vela 2
, Ligornetto (Svizzera)
+41 58 481 30 40