Umani e non-umani: questione di scelte

Apprendo proprio ora dell'esistenza, nella bella e martoriata città di Genova, di un tale chiamato Torazza: sono arrivata felicemente a questa mia non più verde età senza conoscere questa persona, e sono certa di poter proseguire la mia parabola terrena continuando a ignorarla.

Ma qui e ora mi corre l'obbligo di prendere in considerazione il detto Giuseppe Torazza per via di questa sua lettera inviata al quotidiano "Il Giornale", che l'ha pubblicata domenica 27 novembre 2011 alla pagina 47.

 

Ora, è chiaro che al signor Torazza gli animali non piacciono. Credo di non esser lontana dal vero affermando che neanche il signor Torazza piacerebbe agli animali, se sapessero della sua esistenza. Ma andiamo avanti.

Il signor Torazza, per esempio, non piace neanche a me: perché parla di ciò che non conosce, e lo fa con la serena supponenza di chi ha la verità in tasca e ha capito tutto a fronte di qualche miliardo di minus habentes. Per carità, non che le esternazioni di questo signore incidano sul reale più di quanto ha fatto la biro che mi è caduta per terra stamattina - ma è seccante, con la crisi che stiamo attraversando, vedere carta e inchiostro sprecati così. Torazza, che non per niente è genovese, mi capirà.

Quello che il signor Torazza ignora, o fa finta di ignorare, è che la legione di dissennati che tiene e mantiene animali in casa lo fa senza chiedere un centesimo a nessuno, e che i soldi destinati a nutrire i propri animali vengono spesi con gioia e a scapito di altri consumi giudicati superflui. (Mi prendo la libertà di un amarcord: in tempi lontani e difficili io e il mio consorte cenavamo ripetutamente a pane e caffelatte per poter comprare da mangiare al nostro cane).

Di più: spesso e volentieri chi tiene animali in casa è sensibile anche ai disagi umani - è impegnato nel sociale o si spende per una buona causa, e quando compra il cibo per il suo compagno non-umano non lo fa gongolando malvagiamente pensando di sottrarre cibo o cure a qualche diseredato (ma chi frequenta, il signor Torazza?!?).

Concludo con una pugnalata: lo sa, il signor Torazza, che ci sono anche soggetti perversi i quali, pur non possedendo animali, spendono ugualmente dei soldi per aiutare chi di animali si occupa? Che gente.

Il fatto è che il signor Torazza, come tutti quelli che ce l'hanno col variegato mondo animalista, non capisce che noi, dopo tutto, siamo soltanto persone che hanno fatto una scelta - e ogni scelta, per il solo fatto di essere tale, comporta l'intrinseca diversità dei soggetti che la compiono. Ma forse sto parlando troppo difficile, e allora ricorrerò a un esempio: se mi trovassi davanti un animale affamato e Giuseppe Torazza affamato, a chi credete che darei da mangiare?

Alessandra Colla
www.alessandracolla.net

 


NB: Potete manifestare il vostro disappunto sulla lettera del Torazza scrivendo a oppure potete riportare un Vs commento qui sotto.


 

Gentile Direttore,

probabilmente qualcuno avrà già espresso il proprio dissenso al testo della lettera inviata al quotidiano "Il Giornale" e pubblicata domenica 27 novembre 2011 alla pagina 47 a firma di certo Torazza.

Vorrei che Tu leggessi l’articolo che una mia amica ha redatto sdegnata, come lo sono io, dal pensiero espresso dal Torazza, e credo che sia opportuno che Il Giornale prenda le distanze da pensieri così fortemente anti-animalisti.

Questo il link: http://www.italiameravigliosa.org/umani-e-non-umani-questione-di-scelte

Attendo un Tuo cortese riscontro anche perché è mio dovere procedere con la massiccia diffusione dell’articolo attraverso il portale da me gestito e che ha una filosofia decisamente a favore di ambiente e animali.

Grazie per l’attenzione.

Fabrizio Capsoni