E Hollywood scese all'Excelsior

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Cinema e impresa: come Giuseppe Volpi reagì alla crisi del 1929 con la Mostra di Venezia. La Mostra di Venezia - prima edizione nel 1932 - è all'origine d'ogni altro festival del cinema.

Dal 1927 i film erano sonori e il primo capitolo della storia di Hollywood era chiuso. Perché a Venezia si guardasse a Hollywood e si pensasse alla Mostra occorreva dunque non l'innovazione tecnica, ma la crisi economica del 1929. Dopo la Grande guerra, Venezia era stata meta turistica d'élite. Con la crisi, quell'élite non arrivava più. La Compagnia italiana grandi alberghi (Ciga) al Lido aveva l'hotel Excelsior, con una grande terrazza. Venne così l'idea di farne, d'estate, un cinematografo all'aperto per le anteprime dell'autunno-inverno. Primo azionista della Ciga, Giuseppe Volpi era un finanziere (Banca Commerciale) e un industriale elettrico (Sade), non un cinefilo. Ma era attento ai tempi quel tanto da cogliere anche le rare occasioni derivanti dalle grandi sventure.

Nato nel 1877, nel 1912 Volpi era stato, come console onorario di Serbia, mediatore tra regno d'Italia e Impero ottomano durante l'invasione italiana di Tripolitania e Cirenaica, fino a firmare il trattato di Losanna che concludeva quel conflitto. Aveva poi viaggiato negli Stati Uniti tra1924 e 1925 per trattare i debiti italiani contratti con la Grande guerra: unica tra i maggiori alleati europei degli Usa, l'Italia rimborsava i prestiti, quindi, vista da Washington e New York, pareva un paese serio, aperto anche ai prodotti americani: la Coca-Cola arrivò da noi fin dal 1924...

La personalità di Volpi, e l'aura di Mussolini dietro di lui, furono determinanti perché la Mostra di Venezia, che nasceva senza premi, potesse ospitare produttori e registi di Hollywood, che - per arrivarci - dovevano attraversare il continente nord americano fino all'Atlantico, poi varcarlo, sbarcare a Genova e prendere il treno per Venezia: sei settimane di viaggio tra andata e ritorno. Una così lunga pausa lavorativa - "time is money" - si sarebbe giustificata se il viaggio si fosse convertito in una altrettanto lunga promozione, che venne dalla stampa italiana ed europea. Volpi offrì vitto e alloggio in un albergo che, altrimenti, sarebbe stato vuoto.

Raramente evocati nella storia della Mostra, questi particolari la rendono più attuale che trent'anni fa, quando il sorpasso da parte del Festival di Cannes era ormai avvenuto da un pezzo. Eppure è stato alla Mostra del 2001, con L'uomo in più, che cominciava il suo cammino Paolo Sorrentino, dettaglio dimenticato da chi considera il cinema italiano solo quando vince qualcosa a Hollywood.

Mentre la crisi cominciata nel 2008 peggiora, mentre e il centenario della Grande guerra potrebbe coincidere con un nuovo conflitto, la figura di Giuseppe Volpi assume un valore esemplare.

Sabato 29 marzo, a Milano (Anvg, via Duccio da Boninsegna 21/23, 16h30)
La ricorderanno Maurizio Cabona, critico, e Alessandro Merola, ambasciatore. Si proietterà il documentario Rai-Luce Dai nostri inviati alla Mostra di Venezia 1932-1953.