Animali in estinzione

La situazione purtroppo è questa: almeno 33.000 specie di piante e 5.400 specie di animali sono a rischio di estinzione, rischiano cioè di sparire per sempre dalla faccia della Terra. E' minacciato circa il 23% (1.130 specie) dei mammiferi e il 12% (1.194 specie) degli uccelli, secondo l'IUCN (The World Conservation Union).



Animali come il panda gigante, gli orsi polari, i pinguini, la tigre, i grandi felini, il rinoceronte, le foche , le balene e molti altri in tutto il mondo stanno davvero rischiando di scomparire per sempre. È dunque unanime l'opinione degli scienziati: stiamo entrando in un periodo di estinzione di massa, come non si verificava dall'era dei dinosauri, una crisi globale che potrebbe avere effetti disastrosi sulle nostre future riserve alimentari, la ricerca di nuovi medicinali, sull'acqua che beviamo e l'aria che respiriamo. Ma perché stiamo permettendo, o forse provocando tutto questo?I motivi che causano la perdita di molte specie animali sono tanti: la crescita continua della popolazione umana e di insostenibili stili di vita; la crescita dell'estensione delle aree urbane; l'aumento della produzione di rifiuti e sostanze chimiche tossiche; i vari conflitti internazionali e molti altri. L'inquinamento oggi è gravissimo: le sostanze chimiche tossiche rilasciate dalle attività industriali e dai pesticidi hanno conseguenze sulla biodiversità, sugli esseri umani e sugli ecosistemi. Tanto per avere un'idea: la quantità di pesticidi immessi sulle coltivazioni è aumentata di 26 volte negli ultimi 50 anni. Inoltre sempre più gente vive nelle città o nelle aree metropolitane, dove l'aria è fortemente inquinata dal traffico, dall'industria, dagli impianti di riscaldamento e dai forni di incenerimento dei rifiuti. Cresce continuamente il bisogno di ristoro della popolazione, e di riflesso ne soffrono piante e animali nei boschi, sui monti e nelle acque .Non è pensabile una vita umana senza influssi negativi sulla natura. Anche l'uomo è parte della natura e ha diritto alla vita, ma noi siamo l'unica specie che ha la possibilità di valutare le proprie azioni e di discuterne su un piano globale. Ci assumiamo così una responsabilità nei confronti di tutti gli altri esseri viventi e soprattutto verso i nostri discendenti.
L'uomo ha provocato inoltre l'introduzione di molte specie “aliene” o “introdotte”.
La diffusione di queste specie costituisce una delle più grandi minacce alla biodiversità e rappresenta un rilevante problema economico a causa dei danni che queste specie, risultando molto spesso invasive, provocano ad attività umane quali l'agricoltura o la pesca. Queste specie, nel caso in cui si adattino in maniera eccellente al nuovo habitat in cui sono state inserite dall'uomo, si riproducono entrando in competizione con le specie del luogo, o autoctone. Se la convivenza si fa eccessiva spesso ne risentono quest'ultime, soccombendo.
Alcuni animali vengono anche coinvolti, loro malgrado, nei nostri consumi: utilizzati come cavie per verificare la dannosità di farmaci e prodotti di bellezza, su di loro si conducono esperimenti crudeli che spesso non hanno nessun carattere di scientificità.
Eppure, proprio come consumatori, possiamo fare molto. Ad esempio, le pressioni esercitate negli anni `70 dagli ambientalisti di tutto il mondo, hanno contribuito a far scomparire dalle profumerie i prodotti ricavati dalle balene. Allo stesso modo le campagne contro l'uso di pellicce animali, di allevamento o selvatici poco importa, ha dato in questi ultimi anni notevoli risultati, specie in Inghilterra. Ma si può fare molto di più.
Molti esperti di conservazione inoltre sono d’accordo sul fatto che il miglior modo per salvare gli animali è proteggere i posti in cui vivono, cioè i loro habitat. Essi stanno studiando come sviluppare al meglio le riserve naturali in aree come le foreste pluviali e le zone paludose. Alcuni animali, però, hanno bisogno di un’area molto vasta in cui vivere e trovare cibo, e una riserva può non essere abbastanza grande. Una risposta a questa difficoltà è lo sviluppo di corridoi naturali: strette strisce di terra che collegano diverse riserve, attraverso le quali gli animali riescono a spostarsi pur attraversando zone antropizzate. La maggior parte delle specie non si salverà con programmi specifici a esse dedicati (sono solo poche fortunate ad averceli!) ma con programmi di conservazioni di intere aree, di grandi aree: ad esempio, tutelando le aree dove la tigre vive ancora si salvano centinaia di altre specie animali e vegetali che vivono nella stessa area.

E cosa dire del nostro paese?
Nonostante il grande sviluppo industriale e la notevole densità di abitanti, l'Italia è uno dei pochi paesi europei che ancora conservi inestimabili tesori naturalistici, protetti da montagne inaccessibili, da lunghi tratti di costa rocciosa o sabbiosa, da paludi dagli orizzonti ancora incontaminati. Gli animali più rari e minacciati sul territorio italiano sono quelli che vivono in montagna, soprattutto nei grandi parchi nazionali come gli stambecchi del Gran Paradiso, le linci e le lontre, l'astore delle foreste di conifere, il falco pellegrino. Ma anche quelli che vivono sulle coste sabbiose e rocciose, nelle paludi e nelle steppe agricole che si sviluppano nelle zone più aride e desolate della Sardegna e del Meridione; ad esempio in Sardegna sono stati visti gli avvoltoi grifoni ed il raro cervo sardo, mentre negli stagni e nelle lagune sono presenti rondini di mare, fenicotteri e cormorani.
La minaccia è ben presente, anche da noi. E nonostante l'Italia sia uno dei paesi più ricchi al mondo dal punto di vista delle biodiversità, l'esposizione al rischio di estinzione di piante e animali è notevole. Avanti di questo passo, rischiamo di perdere le arance di Catania, le ciliegie di Pavia, gli orsi e le lontre, e persino lupi, aquile e stambecchi.
L'Italia detiene un terzo della specie animali europee (ne abbiamo 57mila) e la metà delle specie floristiche (5600). Insomma, siamo un paese ricco di natura ma rischiano di perderla: non bastano buoni propositi ma interventi seri e mirati a proteggere il nostro territorio.
L'uomo può fare tanto, basterebbe solo un po' più di interesse e collaborazione per ottenere grandi risultati.

 

Livia Borile